La mia Parigi: Melania Delai e un’emozione chiamata Roland Garros

In queste pagine l’avete già conosciuta qualche mese fa, ora a suon di risultati nel circuito ITF Junior il suo nome circola sempre più frequentemente non solo tra gli addetti ai lavori ma anche tra tanti appassionati. Torniamo a parlare di e con Melania Delai, la quindicenne trentina entrata quest’anno tra le migliori 100 juniores del mondo ed attualmente al numero 73, nonché numero 2 d’Italia.

Come sempre seguita dal suo coach Alessandro Bertoldero, che ormai possiamo definire storico – anche se sembra un paradosso vista la giovanissima età di Melania – ed in quest’occasione anche da mamma Monica, l’abbiamo raggiunta a Parigi dove ha appena concluso la sua prima esperienza in un torneo Slam.

Ciao Melania, prima di tutto grazie per la tua consueta cortesia e la disponibilità a raccontarci le esperienze che stai affrontando con grande umiltà ma con altrettanta determinazione.

Partiamo dalla cronaca: secondo turno di quali in singolare al Roland Garros, al tuo primo slam, e ingresso diretto nel main draw in doppio, concluso purtroppo al super tiebreak del primo turno. Hai la percezione che stai pian piano entrando “nel mondo dei grandi”?

Appena arrivi qui già si respira un’aria diversa, tutto è più professionale, organizzato e le tue possibili future avversarie sono tutte forti o molto forti, tutte accompagnate dai coach e alcune anche dal preparatore fisico, e per me, essendo la prima volta, è stato emozionante, un po’ come trovarsi nel proprio ambiente ma molto più “figo”, diciamo così. Nel primo set del primo turno di quali infatti l’emozione mi ha un po’ giocato un brutto scherzo, poi nel secondo mi sono sciolta, mentre al secondo turno ho affrontato una russa che già conoscevo e con cui avevo giocato e vinto anni fa, invece questa volta non sono proprio entrata in partita e lei è stata bravissima ad approfittarne. In doppio invece grande primo set giocato davvero bene, nel secondo qualche errore nostro mentre loro sono salite di livello e poi al tie break hanno chiuso il match, ma è stato bellissimo, telecamere, raccattapalle, sei trattato da giocatore vero

Si dice spesso che nello sport “o si vince o si impara”: tu in queste quali hai vinto il match d’esordio e vinto, ma solo due game, come con molta auto-ironia hai scritto sui tuoi canali social, la partita di secondo turno. Cosa ritieni di aver imparato?

Eh si, ho imparato che ci si deve subito svegliare e non farsi prendere dall’agitazione, che devo sempre giocare il mio tennis e che se sono in giornata no, come ero quel giorno, nessun problema ma bisogna reagire velocemente  invece mi sono svegliata troppo tardi ahimè

Respirare l’aria del Grande Slam vuol dire vivere a contatto con i più grandi campioni e campionesse di questo sport. Osservare da vicino la loro fatica, la loro intensità negli allenamenti, il loro rigore professionale, come cambia, se cambia, il tuo approccio all’allenamento, ad esercizi ripetuti e da ripetere costantemente per migliorare, alla quotidianità?

Bhe quello è a dir poco fantastico. Mi sono allenata con a fianco Venus, Nole, Delpo, Thiem, la Halep (a cui ho anche battuto il 5), negli spogliatoi ero con la Kerber e Garcia.. insomma tutto bellissimo e anche strano; ogni tanto mi chiedevo: “ma è tutto vero”? Poi vedi il tuo nome  tra i match nei tabelloni luminosi giganti in mezzo ai pro – al Roland Garros – e sogni ancora di più. Io mi sono già vista tra i match dei pro tra qualche anno…Vedere allenare i campioni ti fa rendere conto che anche loro ogni giorno provano le stesse cose, in allenamento si arrabbiano, ridono, sono seri proprio come noi, hanno sicuramente un’intensità incredibile, ma sono come noi…

Siamo alla fine dell’anno scolastico, diamo i voti, anzi ne basta uno solo, ovviamente al tuo primo Roland Garros

Che bella domanda … io sono una esigente e mi do un sei per il risultato, un sette per l’atteggiamento e un bel sette e mezzo per come ho gestito emozioni e gioco in doppio. Se avessi giocato il singolo dopo il doppio sono sicura che sarebbe andata diversamente perchè poi ti abitui e gestisci al meglio tutto. Io comunque sono venuta qui senza grandi aspettative, ho ancora 15 anni e potrò riprovarci per altri due anni, mi sono comunque resa conto in questi giorni guardando i match delle ragazze che alcune sono davvero molto forti ma molte altre hanno invece un livello simile al mio perciò mi ritengo sulla buona strada

Ed ora il tema libero, fuori però dal classico schema match/risultato/gioco espresso. Raccontaci l’emozione del tuo primo slam: arrivi, con il tuo bel player’s pass, varchi i cancelli di Boulevard d’Auteuil, e…

Bhe arrivi e trovi tutte le trasportation logate Roland Garros, e le persone, tante tantissime, che ti guardano come fossi uno famoso, la consegna del pass player che ti da accesso all’area giocatori, dove tutto è davvero lussuoso ed hai a disposizione qualsiasi cosa, dalle bibite, alla frutta, agli snack; giri per il Roland Garros con il pass e vedi le persone che ti guardano, che vengono a vederti allenare, tutto questo a me ha fatto pensare che è questa la vita che voglio fare, voglio diventare una giocatrice professionista, anzi non solo quello, voglio diventare una giocatrice professionista simpatica, temuta dalle avversarie, ma anche molto social (ride, ndr)  mi piacerebbe condividere del tempo con  gli atleti più giovani, dare dei consigli, accompagnarli magari nel loro percorso ed essere disponibile sempre e quanto più possibile con i fans e con tutte le persone ……

Il Roland Garros ormai è il passato, anche se recente, quali sono i tuoi programmi adesso, diciamo fino a Wimbledon?

Allora rientro giovedì sera e già lunedì ho gli esami di abilitazione dalla seconda alla terza liceo, poi mi allenerò sull’erba per prepararmi a Wimbledon, non sono sicura se farò anche il torneo di avvicinamento, dipende dalla preparazione che otterrò sull’erba, se avrò subito buone sensazioni vado anche a Roempton, altrimenti solo Wimbledon

Esulando dalla stretta attualità: le 4 grandi del tennis italiano degli ultimi 15 anni stanno abbandonando l’attività o comunque sono agli sgoccioli di carriere luminose – come Francesca Schiavone – o faticano a ritrovarsi – come Sara Errani. Sapere che tutti gli appassionati guardano a voi giovani come le speranze per riportare il tennis italiano femminile ai fasti recenti procura pressione o non è una cosa che nella realtà si avverte?

Io non sento nessun tipo di pressione, anzi sento solo una grande voglia di riscatto. Ho voglia di arrivare indipendentemente da quello che è stato il passato delle italiane. Poi io non avverto proprio pressione perché il mio è un progetto privato, seguito dal mio team, che ha come obiettivo il raggiungimento dei miei obiettivi rispettando la mia età, la mia preparazione tecnica e fisica e seguendo degli step già disegnati; e una delle prime cose è NO PRESSIONE ma lavoro tanto e tanta passione. In questo sono sostenuta anche dai miei sponsor privati che sostengono questo percorso

L’ultimo torneo che hai giocato in Italia è, se non erro, il Bonfiglio 2017. Avremo l’opportunità di rivederti calcare a breve court italiani in modo da poterti applaudire dal vivo?

Bella domanda, per il momento ti dico di no, per i motivi che ti ho elencato prima. Non condividendo i progetti federali e non avendo sostegno da parte loro abbiamo deciso di fare solo attività all’estero…però potrà succedere che magari …chissà ahaha

Ci hai detto prima che la prossima settimana il tuo impegno principale non sarà su un campo da tennis ma sui banchi di scuola. E’ difficile coniugare studio e attività sportiva?

Sì,  molto. Io frequento una scuola privata e perciò a fine anno devo sostenere un esame in una scuola pubblica portando tutte le materie… dura anche studiare quando sono in giro, e dura anche seguire le lezione on  line… però si tiene botta ahah

C’è una domanda che non ti ho fatto e avresti voluto sentirti rivolgere?

Sì una domanda a cui tengo c’è ed è questa: con chi vorrei arrivare all’apice della mia carriera, e la risposta è: con il mio staff composto da Alessandro Bertoldero, Mirko Cappellato, Alessandro Cursi, Max Todeschi, Luca Moreschetti , Raffaele Tataranni e mia mamma come mamma/ manager, staff che non voglio mai cambiare; anzi colgo l’occasione per ringraziarli, perché ogni giorno lavorano, ridono e soffrono con me,  non mi abbandonano mai, che faccia bene o male, ci sono sempre e un ringraziamento particolare va anche ad un amico, che non è un amico qualsiasi, ma una persona speciale: il fotografo Ray Giubilo, a cui voglio bene come un papà e con cui ho avuto proprio qui al RG la fortuna di condividere dei momenti davvero speciali. Ah vorrei ringraziare di cuore la famiglia Barbiero che mi ospita nel suo club, la 2001 Team Tennis Academy di Padova facendomi sentire ogni giorno a casa 

L’ultima domanda in realtà è più che altro un’esortazione: tu hai moltissimi fans sui social, racconti i tuoi viaggi, i tuoi tornei, analizzi i tuoi match e l’esposizione, si sa, porta anche critiche, molto spesso gratuite. L’esortazione è quella di non lasciarti “intimidire” e continuare ad avere questo rapporto bellissimo con i tuoi supporter, la domanda è se le critiche ti feriscono oppure, essendo consapevole che per larga parte sono immotivate, non ti toccano.

A me piace moltissimo raccontarmi, mi piace perché ho tante persone che mi seguono e mi danno anche tanta carica, e mi fanno anche compagnia nelle trasferte in cui comunque sei spesso solo, anche se io viaggio sempre con un affetto importante che è il mio coach/papà Alessandro; ti confesso che le critiche le leggo e spesso e volentieri sorvolo, quello che mi fa molto arrabbiare sono i commenti nei blog, quelli firmati da nickname falsi dove insultano e criticano, e non sanno nemmeno chi sei, non ti hanno mai visto giocare e commentano i match che magari ho disputato che ne so … in Marocco; quello mi urta. Comunque non ti preoccupare continuerò a raccontarmi perché come prima cosa mi piace e poi perché nei social ho conosciuto delle persone fantastiche da cui sono nate amicizie vere, leali e sincere; vengono a vedermi allenare, si mangia insieme e… si sogna insieme; alcuni di loro mi accompagnano nel mio percorso aiutandomi anche economicamente

Grazie Melania per questa bellissima chiacchierata, grazie anche al tuo staff sempre così gentile, a cominciare dalla tua mamma Monica e da coach Bertoldero, e ti rivolgiamo  il più sincero in bocca al lupo per gli esami, per i prossimi tornei e per la tua crescita sperando, anzi essendo convinti, che questo sorriso e questi valori che porti non li perderai mai

Grazie a te a un saluto a tutti i lettori del blog